Fonte : Ilfattoalimentare
La Commissione europea ha espresso un accordo di principio sul progetto di decreto legge del governo francese per sperimentare l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della carne e del latte nei prodotti alimentari trasformati. Lo ha annunciato il Ministro dell’agricoltura francese, Stéphane Le Foll, dopo la riunione del Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Unione europea del 14 marzo, precisando che la sperimentazione durerà un anno.
Lo scorso mese, l’associazione dei consumatori francese Que Choisir in un’indagine sui prodotti trasformati contenenti carne evidenziava che oltre la metà (54%) non riporta l’indicazione di origine, sottolineando il fallimento della politica di autoregolamentazione ed etichettatura volontaria. L’associazione dei consumatori, insieme a quelle degli allevatori, ha quindi lanciato una petizione online, chiedendo alla Commissione europea di assumere iniziative per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine della carne nei prodotti lavorati. La stessa cosa è stata fatta dal Parlamento europeo un anno fa, con una risoluzione approvata (460 voti a favore, 204 contrari e 33 astenuti). Nelle prossime settimane, l’europarlamento tornerà a pronunciarsi su questo tema.
Secondo i dati forniti dalla Commissione europea (riferiti al 2013), oltre il 90% dei consumatori desidera conoscere l’indicazione di origine della carne contenuta nei prodotti alimentari trasformati. La Commissione non ha però assunto iniziative legislative, ritenendo l’etichettatura troppo complessa e costosa. Anche secondo la consultazione pubblica organizzata un anno fa dal Ministero delle politiche agricole italiano oltre il 96% dei consumatori ritiene molto importante l’indicazione chiara dell’origine, mentre per l’84% è fondamentale conoscere il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione.
Il progetto normativo francese, a firma del ministro dell’Agricoltura Stephan Le Foll, introduce l’origine obbligatoria sia per il latte venduto tal quale (1), sia per latte e carni (2) utilizzati come ingredienti di altri prodotti alimentari. I paesi da indicare, per quanto riguarda il latte, sono quello di raccolta ma quelli di trasformazione e condizionamento (se non coincidono). Anche per l’origine della carne, si dovranno precisare i paesi di nascita, allevamento e macellazione.
L’indicazione dell’origine deve essere riferita al singolo paese di provenienza, anche se è possibile utilizzare espressioni come – “UE” o “extra-UE” – quando le materie prime risultano avere origini differenziate. L’impatto sull’industria alimentare francese sarà in ogni caso notevole, poiché le norme incidono sia sul settore lattiero-caseario, sia sulla filiera dei salumi e sulle produzioni di surgelati, sughi nonché più in generale gli alimenti “ready-to-eat”.
Le regole valgono per i prodotti confezionati e preparati in Francia e quelli importati da paesi extra-europei . Mentre per i prodotti alimentari confezionati negli altri paesi dell’UE e in quelli compresi nello Spazio Economico Europeo insieme alla Turchia valgono le norme attuali che non prevedono l’indicazione di origine. Alla luce di questa disparità di regole è facile prevedere contestazioni nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), come di recente è capitato allo stesso governo USA per avere introdotto il Cool (Country of Origin Labelling) sulle carni.