La West Nile Disease colpisce ancora A Scandiano il secondo caso di malattia nel reggiano. Ad averla contratta è un uomo di 54 anni, curato a casa sua

Fino a pochi anni fa i Servizi Veterinari monitoravano l’andamento di questo virus, veicolato attraverso la puntura delle zanzare dagli uccelli all’uomo, nella Camargue. Da alcune settimane invece l’allarme ha toccato anche il Nord Italia, con la registrazione di alcuni casi riportati in questo articolo tratto dalla Gazzetta di Reggio.

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Fonte : Gazzetta di Reggio

SCANDIANO. Anche uno scandianese colpito dalla “Febbre del Nilo”, l’infezione virale trasmessa dalle zanzare. Nei gironi scorsi nel territorio scandianese è stato individuato il secondo caso reggiano di infezione virale da West Nile Disease, “la Febbre del Nilo”. Una malattia che trova negli uccelli, in particolare nei corvidi, la propria sede naturale, e che può essere contratta dall’uomo, così come dal cavallo, tramite una puntura di zanzara, unico mezzo di trasmissione. La persona infetta è un uomo di 54 anni residente a Scandiano: ora si trova nella propria casa e viene curato a domicilio, mostrando diversi sintomi, in primis una febbre costante per fortuna senza ancora conseguenze neurologiche. L’infezione è stata confermata dagli esami di laboratorio effettuati dall’Asl dopo la segnalazione. Quello appena scoperto è il secondo caso nel territorio reggiano dopo quello di un 69enne che vive in città, individuato la settimana scorsa.

La West Nile Disease viene trasportata principalmente dalle zanzare comuni, quelle che pungono soprattutto sotto sera e che proliferano in luoghi ricchi d’acqua, ma non è escluso che anche le più aggressive zanzare tigre possano trasformarsi in agenti infettanti. La malattia normalmente non crea grossi problemi alle persone. Oltre il 79% di chi ne viene colpito non presenta sintomi né problemi particolari. Vi è però un 20% di casi in cui possono arrivare febbre, vomito, nausea, mal di testa, irritazioni della pelle e linfonodi ingrossati. Questi fastidi possono durare alcuni giorni e solo in rare occasioni – soprattutto con anziani – possono prolungarsi sino a qualche settimana.

Nell’ipotesi peggiore, quella più rara, la febbre del Nilo diventa la malattia neuro invasiva di West Nile. Si parla di meno dell’1% degli infetti, circa una persona su 150. In questo caso il malato può soffrire di febbre molto alta, intensi mal di testa, problemi neurologici e grande debolezza muscolare. La West Nile si può rivelare letale in circa un caso su mille, perché – con soggetti deboli, con sistema immunitario già fragile – può provocare un’encefalite letale, o comunque in grado di creare danni neurologici permanenti. Il contatto con le persone infette non presenta particolari rischi, né è necessario l’isolamento, come la scelta di curare a domicilio il 54enne scandianese conferma. In un’estate terribilmente calda, con conseguente crescita del numero delle zanzare, vi sono a ogni modo maggiori possibilità di contrarre la malattia nelle sue varie forme.

 

Alcuni mesi fa il servizio regionale di sorveglianza, dopo test che hanno rivelato la presenza del virus in zanzare e uccelli selvatici presenti nel reggiano, ha attivato tutte le misure preventive del caso. La principale riguarda gli interventi contro le zanzare: dall’utilizzo di prodotti antilarvali adeguati al cambio frequente dell’acqua, perché le pozze stagnanti e le raccolte di acqua permanenti rappresentano uno dei luoghi prediletti dalle zanzare.